La storia della cannabis è cresciuta e si è evoluta con gli esseri umani per migliaia di anni. Molte culture antiche hanno coltivato e utilizzato la cannabis, sfruttando i semi come cibo, le fibre per produrre tessuti, corde e altri materiali e le sue infiorescenze come medicine e per cerimonie religiose. La cannabis è sempre stata una pianta molto utile per i nostri antenati e continua ad esserlo ancora oggi.
Se c’è una cosa che i nostri antenati avevano capito bene, erano le proprietà terapeutiche della cannabis. In molti pensano che le proprietà terapeutiche della cannabis siano una scoperta recente fatta in Occidente. La verità è che le antiche culture orientali l’hanno usata e documentata migliaia di anni prima di noi.
In questa prima parte scopriremo insieme i primi passi della cannabis: dove ha avuto origine, come si è diffusa in tutto il mondo fino al mondo classico dei Greci e dei Romani. Nella seconda parte, vedremo come la cannabis si è diffusa nel mondo arabo medievale fino ad arrivare ai giorni nostri.
Dove ha avuto origine la cannabis?
La cannabis probabilmente è originaria dell’Asia centrale; Cina, Mongolia, Russia, Kazakistan, Pakistan e India, sono tutti posti dove le piante di cannabis esistevano in natura già decine di migliaia di anni fa. Gli esseri umani hanno iniziato a praticare l’agricoltura circa 10.000 anni fa e si ritiene che la cannabis sia stata coltivata tra 5.000 e 6.000 anni fa. In epoca preistorica, quando il clima è cambiato e diventato più mite, gli esseri umani hanno iniziato a migrare portando con loro la pratica della coltivazione di cannabis.
Gli storici ritengono che, dall’Asia centrale, la cannabis si sia diffusa successivamente in Medio Oriente e sulla costa orientale dell’Africa. Per arrivare poi in Europa e nel continente Americano migliaia di anni dopo.
Diversi tipi di cannabis, oggi chiamate varietà autoctone, iniziarono a svilupparsi in regioni specifiche. Questi ceppi, come l’Hindu Kush, delle montagne Kush del Pakistan e dell’Afghanistan, sono originari di una regione specifica e sono influenzati dal clima, dalla geografia, dal suolo e dall’ambiente di quella regione.
La cannabis come medicina nell’antica Cina
Il più antico testo di medicina del mondo, il Pen-ts’ao Ching, divenne molto diffuso in Cina durante la tarda dinastia Han, nel II secolo d.C., ma fu compilato a partire da testi più antichi. In questo antico libro si parla dell’imperatore Shen-Nung, il padre della medicina cinese, che visse almeno intorno al 2000 a.C., che riconobbe i benefici della cannabis per oltre 100 disturbi. Il Pen-ts’ao Ching rappresenta la prima testimonianza della cannabis come farmaco medicinale.
Un preparato di fiori femminili di cannabis è indicato nel libro come “ma-fen”. La medicina cinese si basa su yin e yang e la cannabis era vista come una medicina che ripristinava lo yin, utile per condizioni come la gotta, i dolori reumatici, la costipazione, la malaria e alcuni disturbi ginecologici.
Analisti e linguisti hanno notato che la cannabis ha influenzato alcune parole composte cinesi, comprese le parole per “insensibile”, “narcotico” e “paralisi”, che sono tutte formate con la parola “má”, che significa “canapa”.
Da notare che “canapa” e “cannabis” sono termini intercambiabili nei testi antichi. Oggi definiamo “canapa” le piante di cannabis con meno dello 0,3% di delta-9 THC, ma i nostri antenati non facevano questa distinzione.
Le tracce dei primi usi della cannabis in Cina
Nel 2019, un gruppo di archeologi hanno scoperto una decina di bracieri di legno risalente al 500 a.C. Questi dispositivi sono stati trovati in un cimitero nella regione cinese del Pamir orientale. Gli archeologi pensano che facessero parte di una cerimonia di sepoltura. Questi bracieri erano pezzi di legno con profondi buchi scavati al loro interno e il residuo carbonizzato conteneva tracce di cannabinoidi. La cannabis e un sasso riscaldato sarebbero stati posti all’interno dei bracieri e il fumo sarebbe poi stato inalato.
Inoltre, un altro uso della cannabis compare sempre in Cina, secoli dopo l’epoca dei bracieri di legno, in alcuni documenti della dinastia Han (200 a.C. – 220 d.C.). Questi testi descrivono il lavoro di un famoso chirurgo, Hua Tuo, che eseguiva interventi chirurgici anestetizzando i suoi pazienti grazie alla sua applicazione di “máyóu“, un olio infuso con resina di cannabis, datura e vino.
Medicina sacra e Ayurveda: la storia della cannabis in India
La cannabis ricopre un ruolo importante nell’Atharvaveda, una raccolta di scritti sanscriti sacri risalenti all’800 a.C. Il testo menziona la cannabis come una delle cinque piante sacre, i cui usi medicinali si fondono con pratiche religiose e spirituali.
La cannabis è stata descritta anche nella Sushruta Samhita, un testo fondamentale della medicina ayurvedica, che racconta le numerose proprietà curative della pianta. La cannabis è stata utilizzata per una vasta gamma di terapie come ad esempio: stimolante dell’appetito, antidolorifico, anestetico, anticonvulsivante e antiparassitario.
Il bhang, una bevanda a base di cannabis, latte caldo, noci e spezie, era un rimedio comune per molti disturbi e si pensava fosse anche il cibo preferito del dio Shiva. Il bhang era considerato molto efficace contro l’ansia ed è ancora consumato in contesti sacri come il festival annuale di Holi.
Altre preparazioni medicinali e sacre di cannabis includono “ganja”, che significa fumare i fiori femminili, ed il charas, palline di hashish arrotolate che vengono fumate. Queste forme di cannabis sono ancora oggi popolari in India, anche se l’uso di cannabis al di fuori di contesti religiosi è vietato.
Shemshemet: cannabis nell’antico Egitto?
Storici ed archeologi credono che la cannabis sia arrivata in Egitto dall’Asia centrale. Alcuni testi su papiri del 1550 a.C. evidenziavano le proprietà antinfiammatorie della pianta e il suo uso come coadiuvante durante il parto. Gli egiziani somministravano la cannabis in modo creativo, attraverso la bocca e la pelle, ma anche attraverso il retto, la vagina e gli occhi.
Molti studiosi pensano che un geroglifico egizio, “shemshemet”, si riferisca a una pianta usata sia per la corda che per la medicina, probabilmente si trattava di canapa. Resti della pianta sono stati trovati anche nelle tombe dei faraoni, tra cui Akhenaton, che visse intorno al 1335 a.C., e Ramses II, che visse dal 1303 al 1212 a.C.
Gli Sciti e la storia della cannabis dell’Asia centrale
Gli Sciti erano un popolo nomade che visse intorno al 600 a.C. – 400 d.C., tra il Mar Nero e la Siberia. Lo storico greco Erodoto descrisse un “bagno di vapore scita”, in cui ci si sedeva all’interno di una tenda e si mettevano cannabis e pietre riscaldate in bracieri di legno, forse la prima “chiusa” del mondo.
Due bong d’oro risalenti al 600 a.C. circa sono stati ritrovati in Asia centrale e si pensa appartengano agli Sciti. Un corpo mummificato di donna è stato trovato sui monti Altai della Siberia meridionale, risalente al 500 a.C. circa. Chiamata la “La fanciulla di ghiaccio siberiana”, questa donna fu sepolta con un sacchetto di cannabis. Una risonanza magnetica effettuata sulla mummia ha rivelato che la donna soffriva di cancro al seno; i ricercatori teorizzano che potrebbe aver usato la cannabis per alleviare i sintomi della sua condizione.
Antica Grecia e Roma: storia della cannabis nel mondo classico
Greci e Romani usavano comunemente la cannabis per cordame e tessuti. Il primo resoconto della cannabis medicinale tra i Greci è una voce nel De Materia Medica, scritto dal medico Dioscoride, intorno al I secolo d.C. Dioscoride canta le lodi della cannabis come trattamento per il mal d’orecchi e offre istruzioni specifiche su come preparare la medicina dai semi e dalle infiorescenze di cannabis.
Al riconoscimento della cannabis come medicinale da parte di Dioscoride fa seguito quello di Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia del 77 d.C. Plinio descrisse l’uso medico della cannabis per i dolori alle articolazioni, la gotta e le ustioni.
Nell’antica Roma, Galeno, medico dell’imperatore Marco Aurelio, vissuto nel II secolo d.C., scrisse un testo per consigliare di non mangiare troppe torte alla canapa. Questi dolci erano popolari nei banchetti romani per la loro capacità di dare relax, ilarità ed euforia. Vennero però messi in cattiva luce da Galeno perché provocavano la sete, rendevano pigri ed erano, sempre secondo Galeno, difficili da digerire.
Fine della prima parte. Nel prossimo articolo esploreremo la storia della cannabis dal medioevo Arabo fino ai tempi moderni.
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