La legalizzazione della cannabis è un tema scottante in Italia. Con la recente raccolta di firme per un referendum popolare, la questione della liberalizzazione della cannabis è tornata alla ribalta nel dibattito politico e sociale del nostro paese.
Il panorama Italiano è da anni diviso su due fronti; da un lato i promotori della legalizzazione, che mettono la cannabis al pari di altre sostanze come gli alcolici. Dall’altro il fronte contrario che vede l’erba legale come un possibile problema sociale, apriporta per il consumo di sostanze illecite più pesanti.
In questo articolo editoriale, andiamo ad approfondire la questione della legalizzazione della cannabis. Cercando di analizzare in modo obiettivo la situazione, a partire dai dati storici, e considerando anche lo status legale della cannabis in altri paesi Euopei e nel resto del mondo.
Cosa significa legalizzare la cannabis?
Con il termine “legalizzazione” si intende la creazione o la modifica di una legge specifica, per liberalizzare e regolamentare la produzione, la distribuzione ed il consumo umano della cannabis e dei suoi derivati, per scopi terapeutici, di ricerca e per uso ricreativo.
Cosa dice la legge sulla Cannabis in Italia
La Cannabis, contenente THC in percentuale superiore allo 0.5%, è al momento considerata una sostanza stupefacente e quindi illegale. Questo almeno secondo l’art. 73, comma 1-bis che stabilisce per il THC (il principio attivo contenuto nella cannabis e nell’hashish) 500 milligrammi, come la quantità massima che si può detenere ad uso personale senza essere punibili a livello penale (è prevista un’ammenda amministrativa). Questo equivale a dire che in Italia, alla data della creazione di questo articolo (25/09/2021), la quantità massima di cannabis con THC superiore allo 0.5%, ammessa per uso personale, è di circa 5 grammi.
La legge attuale non considera reato penale neanche la coltivazione domestica. Purché sia di modeste dimensioni, fino a 4 piante, con tecniche rudimentali (in vaso e senza luci artificiali).
Cosa si vuole raggiungere con il referendum sulla legalizzazione della cannabis
La recente raccolta firme per il referendum ha come obiettivo quello di eliminare completamente il reato per la coltivazione, eliminare la detenzione (prigione) per qualsiasi attività legata alla cannabis e cancellare la sanzione amministrativa che prevede il ritiro della patente. Anche con esito positivo del referendum restarà però in vigore la sanzione per la guida in stato di alterazione da uso di sostanze stupefacenti. Infatti, come specificato nell’articolo 187 del Codice della Strada, il reato prevede un’ammenda da 1.500 a 6.000 euro. Previsto anche l’arresto da 6 mesi ad un anno, e la sospensione della patente da uno a due anni.
Restano anche in vigore le norme e le sanzioni per chi produce e distribuisce sostanze controllate (inclusa la cannabis) ai fini dello spaccio illegale.
Legalizzazione della cannabis in Italia: un mercato da 30 miliardi di euro
Il mercato della cannabis light, quella considerata legale conntenente meno dello 0.5% di THC, è arrivato a cifre consistenti. Gli ultimi dati del 2019 parlano di un giro d’affari di circa 150 milioni di euro. Ma se questa cifra può sembrare elevata, non è nulla se comparata alle proiezioni della Prohibition Partners di Londra. La società, che effettua ricerche e raccolta di dati sulle droghe, prevede un mercato con valore di 30 miliardi di euro, se si includono anche i profitti derivanti dalla cannabis contenente THC per applicazioni mediche, terapeutiche e ricreative.
Inoltre, il volume di affari considerato non tiene conto dell’indotto, cioè di tutte quelle attività connesse alla produzione, alla distribuzione ed al consumo. Parliamo ad esempio di attività di stoccaggio e logistica (magazzini e corrieri specializzati), o di attività legate al consumo terapeutico e ricreativo come dispensari (sul modello Americano) e coffeshops (sul modello Olandese).
Un’altra valutazione, fatta dalla Associazione europea canapa industriale (Eiha), prevede solo per la cannabis light ed i prodotti contenenti CBD, un valore di mercato di circa 2 miliardi di euro, per tutto il territorio dell’Unione Europea.
Cifre importanti che fanno riflettere, soprattutto nel clima attuale di difficoltà economica ed occupazionale che sta attraversando il nostro continente. La legalizzazione della cannabis in Italia potrebbe creare moltissimi posti di lavoro ed un gettito fiscale non indifferente per lo Stato, attraverso la tassazione dei prodotti e delle attività connesse.
Perché in Italia la cannabis con THC è illegale?
La storia della cannabis in Italia parte da molto lontano. Secondo alcuni studi e ricerche in Italia la cannabis è utilizzata da millenni. Pipe preistoriche, contenenti tracce dell’uso di cannabis, sono state ritrovate in questa zona, ai piedi delle Alpi, che prende proprio il nome di dalla Canapa. Più tardi, intorno al 500 avanti Cristo, la coltivazione della cannabis si è diffusa su tutto il territorio a scopo alimentare e tessile. Le prime lavorazini industriali nel nostro paese risalgono al 1700, con la comparsa di attività chiamate “Canapifici”. Nel 1873, dopo l’unificazione d’Italia, venne istituito il Canapificio Nazionale allo scopo di riunire sotto lo stesso organo di controllo tutti i produttori di canapa.
Storia della legge sulla cannabis in Italia
Negli anni ’30, il regime fascista dichiara che l’hashish, il derivato resinoso della cannabis, “…è nemico della razza e droga da `n*gri`…”. Inaugurando il periodo proibizionista.
Nel 1976, grazie anche all’intervento di politici come Marco Pannella, la legge Italiana sulle droghe, una delle più proibizioniste d’Europa, viene corretta e il consumo personale non viene più perseguito.
All’inizio degli anni 90, la legge antidroga “Jervolino-Vassalli”, specificatamente con l’art. 26 del D.L.gs 309/90, ha decretato la fine della canapicoltura in Italia, attribuendo lo status di sostanza stupefacente alla cannabis e ai prodotti derivati contenenti THC.
A cavallo del 1993 e 1994, grazie ad un referendum passato con il 52% dei voti a favore, viene depenalizzato il reato di possesso ai fini di uso personale.
Tra il 1994 ed il 1995 sotto controllo delle forze dell’ordine, è stato concessa all’ENEA (Ente per le Nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente), la possibilità di una coltivazione sperimentale.
Nel 1997 la Comunità europea stabilisce i parametri per la reintroduzione della coltivazione di Canapa ad uso industriale su tutto il territorio Europeo. Questo provvedimento è alla base del mercato della cannabis light odierno.
Dal 2000 in poi
Tra 2005 e 2006, con l’ormai famigerata legge “Fini -Jovanardi”, si cerca di instaurare un regime duro contro la produzione, il possesso e lo spaccio. La famosa “tolleranza zero”. La Cannabis arriva ad essere accomunata a droghe pesanti come l’eroina e la cocaina.
A Gennaio 2014, la corte costituzionale, determina che la “Fini-Jovanardi” è incostituzionale. Lo status legale della cannabis torna ad essere quello di droga leggera, con pene e sanzioni stabilite dalla precedente legge “Jervolino-Vassalli”.
Nel Dicembre 2016, viene introdotto il concetto di Cannabis Light, per le varietà di cannabis con contenuto di THC inferiore allo 0.2%.
Infine nel 2019, la Corte di Cassazione ha stabilito che la coltivazione casalinga della cannabis per uso personale non è reato.
Qual è lo status della cannabis negli altri paesi Europei?
Qui sotto abbiamo fatto una lista di tutti paesi della Comunità Europea, specificando lo status legale della Cannabis per ognuno. (Dati al 25/09/2021 – Fonte: Wikipedia)
Status: ✓= legale ✘= completamente illegale ◆= tollerata / depenalizzata / cannabis light
Paesi Europei con status: “legale” ✓
- (✓)Repubblica Ceca: legale il possesso fino a 15 grammi, è anche legale coltivare per uso personale e terapeutico. È vietata la vendita.
- (✓)Spagna: legale la coltivazione personale e il consumo personale, che può avvenire in modo collettivo (Cannabis Social Club) o in ambienti privati.
Paesi Europei con status: ” tollerata / depenalizzata / cannabis light” ◆
- (◆)Italia: Cannabis light di libera vendita. Cannabis con THC superiore a 0.5% illegale.
- (◆)Austria: legale per uso terapeutico. Illegale per uso ricreativo. Il possesso di piccole quantità è depenalizzato. La vendita di semi e piante è legale.
- (◆)Belgio: il possesso per i maggiorenni è illegale, ma depenalizzato fino a 3 grammi.
- (◆)Cipro: illegale, pena per possesso fino a 8 anni. Legale per i malati di cancro.
- (◆)Croazia: depenalizzata, il possesso di qualsiasi quantità prevede una multa tra 700 e 3200€. Dal 2015 ammessa per malati di cancro.
- (◆)Danimarca: illegale l’uso ricreativo ma tollerata. Legale l’uso per scopi terapeutici.
- (◆)Estonia: illegale, quantità minime fino ai 7,5 grammi sono considerati come uso personale, e puniti solo con una multa.
- (◆)Finlandia: illegale. I casi di uso personale non sono perseguiti, ma viene applicata una multa. Dal 2006, l’uso di cannabis a scopo terapeutico è consentito.
- (◆)Germania: legale sotto lo 0,2% di THC (cannabis light). Legale l’uso per scopo terapeutico.
- (◆)Lussemburgo: legale possesso e uso solo per scopo terapeutico per cittadini maggiorenni.
- (◆)Malta: depenalizzato il possesso fino a 3,5 grammi.
- (◆)Paesi Bassi: Tollerata, non viene indagata e perseguita la vendita di quantità inferiore a 5 grammi per persona, al giorno, nei coffee-shop autorizzati. Mentre la vendita di quantità superiori è perseguita anche penalmente.
- (◆)Portogallo: depenalizzato il possesso.
- (◆)Slovenia: illegale, ma depenalizzata. L’uso farmaceutico è ammesso per la cannabis light.
Paesi Europei con status: “illegale” ✘
- (✘)Francia: illegale. Previste pene fino a un anno di carcere per i consumatori.
- (✘)Bulgaria: illegale. Classificata come droga al pari di eroina, cocaina e amfetamina.
- (✘)Grecia: illegale. Consentito l’uso per scopi terapeutici.
- (✘)Irlanda: illegale la produzione, distribuzione e consumo. Informalmente tollerata in piccole quantità per uso personale.
- (✘)Lettonia: illegale, il possesso può essere sanzionato con pene fino 15 anni.
- (✘)Lituania: illegale.
- (✘)Polonia: illegale l’importazione, la produzione, la vendita e il possesso.
- (✘)Romania: illegale.
- (✘)Slovacchia: illegale.
- (✘)Svezia: illegale.
- (✘)Ungheria: illegale. Non esiste differenza tra droghe leggere e droghe pesanti.
Perché è così difficile parlare di legalizzazione della cannabis in Italia?
L’Italia è al momento uno dei paesi Europei più tolleranti verso la cannabis. Allora perché è così difficile parlare di cannabis? Perché ancora persiste lo “spettro” della droga su questa pianta e sui suoi derivati, che potrebbero essere accomunati a sostanze controllate ma permesse come alcol e tabacco?
La risposta è complessa. Le origini dell’avversità sociale verso la cannabis sono da ricondurre al fascismo. In effetti, prima del ventennio, l’Italia era uno dei maggiori produttori di canapa d’Europa e del Mondo. Ovviamente l’uso di tutte le parti della pianta, comprese le infiorescenze, era completamente accettato a livello sociale. In alcune parti d’Italia, venivano addirittura organizzate sagre e feste di paese, durante il periodo della raccolta. Non erano rare le preparazioni alcoliche a base di canapa, così come il consumo delle infiorescenze sia fumate che in preparazioni culinarie.
Oggi tra il retaggio culturale, razzista e proibizionista del fascismo e la posizione della chiesa cattolica, parlare di cannabis fa ancora storcere il naso a molti.
Nel mondo però stiamo assistendo sempre più ad un’onda di liberalizzazione e legalizzazione senza precedenti. Solo negli ultimi anni sono diventati moltissimi gli stati che hanno deciso di aprire il mercato della cannabis. Pensa che solo negli stati uniti, la cannabis è legale a scopo ricreativo in 14 stati, ed è liberalizzata a scopo terapeutico in 36 stati su 51 dell’unione. Recentemente anche il Messico si è unito alla lista delle nazioni che hanno deciso di liberalizzare la cannabis.
Conclusioni
In questo clima internazionale positivo e con il supporto delle istituzioni Europee, ci auguriamo che la cannabis venga legalizzata in un numero crescente di nazioni. Riuscendo finalmente a liberare anche istituti di ricerca ed università. Eliminando i vincoli che, fino ad oggi, non ci hanno permesso di conoscere e sfruttare tutti i benefici di questa versatile e meravigliosa pianta.
Bellissimo articolo..bellissima l ultima mossa sull uso personale… La mia vita è stata letteralmente rovinata dalla illegalità di questa sostanza. I miei genitori nel 2008 quando è nato per me questo interesse non potevano accettarlo erano disperati che volessi mettere 1 piantina in camera mia…. Ora dopo 13 e passa anni di difficoltà e disperazione forse inizia una mini speranza… Mi sento grande ormai e molto triste per la situazione passata… Odio, rabbia mi hanno distrutto e peggiorato tantissimo e cmq qui in Italia da sempre in piazza posso trovare la cannabis con THC e le forze dell’ ordine lo sanno.. perdipiù ho amici coetanei che vivono all estero e consumano cannabis con THC tutti i giorni da 15 anni e stanno molto meglio di me perché sono stati in pace con se stessi
Grazie della tua profonda testimonianza Elia. Purtroppo la situazione è quella che è speriamo solo di riuscire a muoverci in avanti! Un saluto e un abbraccio da tutto il team di Canapalightblue 😊