In un emendamento alla manovra approvato stanotte arriva il via libera alla vendita della cannabis light in Italia. Fino ad oggi chi la commercializzava era esposto a rischi legati a controlli sulla quantità di principio attivo thc presente nella sostanza e capitava che qualcuno subisse sequestri da parte delle forze dell’ordine e pure procedimenti penali. Una recente sentenza delle sezioni unite della Cassazione, inoltre, ha detto che vendere la canapa “leggera” in certi casi può costituire reato ma allo stesso tempo invitava il legislatore a una riforma complessiva del settore.
Il testo approvato nella notte al Senato (e proposto dai senatori Mollame, Mantero. Sbrollini, De Petris, Cirinnà e Nugnes) fa chiarezza e realizza proprio la richiesta riforma. Parte dall’utilizzo della sostanza come biomassa arriva poi anche agli shop che vendono cannabis light. La nuova norma, prevede intanto una tassazione di 0,4 euro per grammo sul prodotto finito. E questo è un primo passo. Poi però si fa chiarezza sulla quantità di thc massima che devono contenere questi prodotti. Deve essere tassativamente inferiore allo 0,5%. Nelle norme applicate fino ad ora questa percentuale variava a seconda della fonte tra lo 0,2 e lo 0,5% e questo causavano non pochi problemi e fraintendimenti. Infine, l’emendamento, aggiunge che della canapa light non solo è possibile la coltivazione (già prevista dalla legge 242 del 2016) ma anche la vendita.
A questo punto se passa la Finanziaria, i negozi avranno un riconoscimento ufficiale definitivo.
“Dopo due anni e mezzo di lotta pare arrivi il riconoscimento della bontà delle nostre motivazioni. Abbiamo smascherato la follia del proibizionismo, creato dal nulla una filiera agricola e commerciale non immaginabili solo due anni fa, siamo riusciti a far correggere la legge sulla canapa e sugli stupefacenti negli aspetti più controversi”. A parlare è Luca Marola, fondatore di Easyjoint, la società che per prima ha avuto l’idea di mettere in vendita la cannabis a basso contenuto di thc. Il senatore dei Cinquestelle Mollame, primo firmatario dell’emendamento, commenta: “Con questa norma andiamo a regolamentare un comparto della produzione agricola caratterizzato da poca chiarezza dovuta ad incertezze normative e giurisprudenziali. La cannabis sativa è una pianta dalle qualità straordinarie, da cui si ricavano tessuti, corde, tele per le vele, ma anche farina e olio. Incentivare questo mercato porterà non solo ad un percorso virtuoso di green economy ma darà anche uno slancio all’economia di settore. In Italia ci sono circa 3 mila aziende per un totale di 10 mila dipendenti, in un settore in continua e forte crescita, anche per la richiesta a livello internazionale del cannabidiolo usato nella cosmetica e in farmaceutica”.
Per Maurizio Gasparri di Forza Italia si tratta di “un pericolosissimo subemendamento dei 5Stelle che fa fare passi avanti alle politiche di apertura alle droghe. Con il pretesto di regolamentare la produzione industriale di canapa si favorisce la commercializzazione dei fiori e si modifica il testo unico per gli stupefacenti facilitando la vendita di prodotti a basso contenuto di tetraidrocannabinolo”.
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